Le mostre da non perdere in primavera 2025

Dall’Art Decò ad uno dei più importanti artisti contemporanei giapponesi, le mostre in primavera a Milano aprono lo sguardo su mondi diversi e sfidanti, con un occhio al passato e lo sguardo rivolto al futuro.
Felice Casorati è uno degli artisti italiani più influenti della prima metà del ‘900: nato e cresciuto negli anni del Futurismo, sceglie di prendere un’altra strada rispetto allo “stile dominante” e raffigurare scene che rappresentano un mondo quasi sospeso.
In mostra a Palazzo Reale oltre cento opere tra dipinti, sculture, disegni e incisioni, arredi e documenti, che raccontano il talento poliedrico di Casorati. Scenografo e costumista oltre che artista, lavorò anche per il Teatro dell’Opera di Roma e il Teatro alla Scala, affiancando l’attività di artista a quello di insegnante nelle principali istituzioni italiane, come l’Accademia Albertina di Torino.
Non mancano anche incursioni in campi diversi, come il lancio della Fiat 600, per cui firma un quadro di presentazione.
Tema della mostra è anche il legame di Casorati con Milano. Nel corso della sua carriera, l’artista ha considerato questa città un punto di riferimento strategico, essendo la prima realtà italiana a sviluppare un moderno sistema e mercato dell’arte. Negli anni Venti, ha individuato nelle sue rassegne un’occasione privilegiata per confrontarsi con le più recenti tendenze artistiche.
Palazzo Reale
Da € 13 a € 17
Come arrivare: metropolitana linea rossa M1 e linea gialla M3 fermata Duomo
«Sono una pittrice. Quando mi chiedono come faccia, rispondo: “Io sono”». Così si presenta al pubblico Leonor Fini, artista italo-argentina (1907 - 1996) in mostra a Palazzo Reale fino al 22 giugno.
L’esposizione prosegue il filone di presentazione e promozione di artisti legati al Surrealismo intrapresa da Palazzo Reale: per questa primavera, la protagonista è l’artista in cui surrealismo, classicismo e psicoanalisi si intrecciano.
Cresciuta a Trieste in una casa frequentato da James Joyce, Italo Svevo e Umberto Saba, inizia a dipingere fin da giovane, e a diciassette anni inizia a viaggiare per l’Europa.
A Parigi conosce gli artisti surrealisti Max Ernst, Paul Éluard e Victor Brauner e, anche se non diventerà mai propriamente surrealista, attinge dal quel mondo onirico ispirazione per la creazione del suo universo enigmatico.
Ciò che la caratterizza, infatti, è una identità artistica libera da schemi e definizioni rigide, che utilizza mezzi differenti: pittura, disegno, fotografia, arte decorativa, design di moda, costumi, libri d’artista e documenti.
In mostra opere che mostrano il suo lavoro su temi fondamentali della società contemporanea, come la messa in discussione del genere, dell'identità, dell'appartenenza, dei modelli consolidati di famiglia, della mascolinità e della femminilità.
Un mondo disseminato di creature ambigue ed oggetti dall'enigmatica simbologia psicanalitica, tutto da esplorare.
Palazzo Reale
Da € 13 a € 17
Come arrivare: metropolitana linea rossa M1 e linea gialla M3 fermata Duomo
Art Déco è sinonimo di eleganza senza tempo: questo movimento artistico e di design, nato in Francia poco prima della Prima Guerra Mondiale, ha raggiunto il suo apice durante gli anni Venti e Trenta. Il nome deriva dall'Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes tenutasi a Parigi nel 1925, che celebrava l'innovazione nel design decorativo.
A cento anni da quella esposizione, Milano celebra gli “anni ruggenti” con la mostra a Palazzo Reale Art Déco. Il trionfo della modernità, fino al 29 giugno.
Uno stile che ha investito tutti gli aspetti della società, dall’architettura all’arte, alla moda, la musica e la pubblicità. In mostra è possibile ammirare vetri, porcellane, maioliche, tessuti, arredi e oreficeria, ma anche dipinti, sculture, disegni e manifesti pubblicitari, oltre ad immagini d'epoca e spezzoni cinematografici, per restituire il più possibile il clima e le atmosfere di un'epoca irripetibile e affascinante.
Uno degli esempi più importanti di Art Déco in città è il Padiglione Reale della Stazione Centrale di Milano: per tutta la durata della mostra, un focus specifico su questo luogo da scoprire è visitabile gratuitamente al primo piano di Palazzo Reale. In esposizione fotografie, disegni e arredi del Padiglione, corredati da un podcast prodotto per l’occasione.
L’itinerario dedicato all’Art Déco continua poi oltre Palazzo Reale: al Museo delle Arti Decorative del Castello Sforzesco è esposta, fino al 29 giugno, una selezione di porcellane di Gio Ponti provenienti dal Museo Ginori di Sesto Fiorentino.
Quale miglior stagione per parlare di viaggi delle primavera? In questo caso però non si parla solo della parte ludica del viaggio: la mostra Travelogue. Storie di viaggi, migrazioni e diaspore al Mudec - Museo delle Culture dal 20 marzo al 21 settembre 2025, affronta questo tema sotto diversi aspetti. Si parte dal viaggio mitico, a partire dalla cultura europea con Caronte e Dante, passando al nomadismo, al viaggio metaforico e a quello mentale, per arrivare alla “materialità” dei viaggi.
Il tema del viaggio si unisce anche alla storia della creazione delle collezioni del Mudec: si sono formate come una raccolta di manufatti “esotici” portati da diverse parti del mondo da cittadini, appassionati, uomini d’affari, viaggiatori, ricercatori. L’esposizione è quindi occasione di comprendere il legame tra i “souvenir di viaggio” e la storia dell’umanità nei suoi riti e valori.
Viaggio vuol dire anche migrazioni e diaspore, che segnano la storia: questo altro tema viene affrontato con contributi di artisti e “registi” contemporanei, come Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi.
La mostra esce dalle mura del Mudec con un murale a San Siro e affissioni di poster art nel quartiere Tortona, in collaborazione con IED Milano.
Mudec - Museo delle Culture
Ingresso gratuito
Come arrivare: metropolitana linea M2 Verde fermata S. Agostino; tram 14 fermata Piazza del Rosario; bus 68, 90/91
L'artista iraniana Shirin Neshat è nota in ambito internazionale per le opere filmiche e fotografiche in cui esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura.
Nata a Qazvin nel 1957, ha lasciato l’Iran per studiare negli Stati Uniti prima della nascita della repubblica islamica del 1979: tornata a visitare il suo paese nel 1990, subisce lo shock del cambiamento che l’Iran ha subito durante la sua assenza. Da quel momento, la sua arte diventa mezzo di confronto con le sue radici culturali, interrogandosi su martirio, esilio e le questioni di identità.
Le fotografie di donne con il volto segnato da calligrafie in farsi o che indossano l’hijab impugnando pistole, diventano soggetti privilegiati.
Vincitrice nel 1999 del Leone d’Oro come migliore artista internazionale alla Biennale d’Arte di Venezia, aggiunge nel 2009 il Leone d’Argento per la migliore regia alla Mostra del Cinema di Venezia con il lungometraggio Uomini senza donne.
La mostra al PAC fino all’8 giugno è la prima retrospettiva italiana sull’opera di Shirin Neshat, che ci invita ad affrontare i temi del genere e della società, dell’individuo e della collettività, del rapporto tra passato e presente, appartenenza ed esilio
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea
Da € 4 a € 8
Come arrivare: metropolitana linea M1 Rossa fermata Palestro e linea M3 Gialla fermata Turati; Bus 61, 94; tram 1
Lo spazio centrale di Fondazione Prada, il Podium, da aprile a luglio diventa luogo in cui indagare il mondo della fotografia tedesca nel ventesimo secolo, e, attraverso questi scatti, lo sguardo di ognuno nell’osservare la realtà.
La mostra Typologien, infatti, espone 600 immagini di 25 artisti e artiste organizzate non in ordine cronologico, ma per tipologia: la felce, la mucca, l’essere umano, l’orecchio, la fermata dell’autobus, il serbatoio dell’acqua, l’impianto stereo, il museo…
Accostare il medesimo soggetto permette di osservare le peculiarità dello sguardo di ogni artista, ma anche l’universalità delle cose.
Come scrive la curatrice della mostra, Susanne Pfeffer: “Quando le differenze non sono più percepite come qualcosa di altro, ma vengono trasformate in elementi di divisione, è necessario riconoscere ciò che abbiamo in comune. Le tipologie ci permettono di individuare innegabili somiglianze e sottili differenze”.
L’organizzazione dello spazio della mostra, con un sistema di pareti sospese, suggerisce connessioni inaspettate tra pratiche artistiche diverse, ma accomunate da un comune principio o tipologia.
Fondazione Prada
Da € 7.50 a € 15
Come arrivare: metropolitana linea M3 fermata Lodi T.I.B.B.; tram 24; bus 65
Negli spazi della Cisterna di Fondazione Prada trova posto l’esposizione NADA di Thierry De Cordier: dieci opere quasi monocrome, uno spazio pittorico nero che si apre sul nulla. La serie nasce dall’idea di cancellare l’immagine del Cristo in croce con un intento dimostrativo: un tentativo ultimo di sperimentare, per usare le parole dell’artista, la “grandezza del nulla”.
Una panca posta di fronte alla colossale opera Gran Nada, nell’ambiente centrale della Cisterna, costituisce un punto di osservazione e contemplazione, fulcro dell’intera installazione.
Fondazione Prada
Da € 7.50 a € 15
Come arrivare: metropolitana linea M3 fermata Lodi T.I.B.B.; tram 24; bus 65
Pirelli HangarBicocca proprone fino a luglio Tarek Atoui. Improvisation in 10 days, mostra dedicata alle stanze sonore create dall’artista libanese: attraverso le sue installazioni riflette sulle odierne realtà sociali e politiche, rivelando come la musica e le nuove tecnologie costituiscano importanti aspetti dell’espressione e dell’identità.
Acqua, aria, pietra e bronzo assorbono il suono e lo restituiscono con sfumature inattese, creando curiosità e stimolando processi di apprendimento non tradizionali.
Usando lo Shed come una grande tela bianca, l’artista disgrega e ricompone le opere appartenenti a una sua mostra precedente, e abbracciando l’identità dello spazio e le specifiche temporali (i giorni di allestimento) “improvvisa” movimenti, armonie e sintonizzazioni per creare un’esperienza collettiva e un ambiente sonoro. È la prima volta che Atoui concepisce una mostra come un vero e proprio dispositivo capace di evolversi.
Pirelli HangarBicocca
Ingresso gratuito
Come arrivare: metropolitana linea M5 Lilla fermata Ponale poi pullman 51 (Direzione Cimiano M2) fermata Via Chiese – HangarBicocca.
Continuando nel solco della presentazione al grande pubblico degli artisti più importanti della scena contemporanea internazionale, Pirelli HangarBicocca presenta dal 27 marzo al 27 luglio Yukinori Yanagi. Icarus.
Yukinori Yanagi (Fukuoka, 1959), uno dei più influenti artisti giapponesi, vive e lavora sull’isola di Momoshima in Giappone, lontano dalla scena pubblica, e torna con una grande mostra in Italia dopo 32 anni.
La sue opere, installazioni site-specific di grandi dimensioni, indagano temi complessi legati alla sovranità, alla globalizzazione e ai confini. Icarus raggruppa un corpus di lavori che ripercorrono la carriera dell’artista ispirandosi al mito greco di Icaro e Dedalo, letto in chiave di ammonimento sull’arroganza umana nata dall’eccessiva fiducia riposta nella tecnologia.
Torna in questa mostra l’opera che gli valse un premio alla Biennale di Venezia nel 1993, EC Flag Ant Farm, composta da 170 bandiere di sabbia colorata sgretolate giorno dopo giorno dal lavoro di migliaia di formiche vive. All’HangarBicocca però le bandiere diventano 200, 200, unendo ai 193 Stati riconosciuti dalle Nazioni Unite sette Stati che non ne sono membri, come Palestina, Taiwan e Tibet.
Pirelli HangarBicocca
Ingresso gratuito
Come arrivare: metropolitana linea M5 Lilla fermata Ponale poi pullman 51 (Direzione Cimiano M2) fermata Via Chiese – HangarBicocca