YesMilano, per il World Poetry day, ti propone una passeggiata (anche solo immaginaria) attraverso le parole e i luoghi dei poeti che hanno raccontato la città di Milano.

Le passeggiate poetiche itineranti sono iniziate a metà degli anni '10 a Milano riscuotendo il forte interesse delle e dei milanesi, anche grazie a iniziative di scrittori e scrittrici milanese e il collettivo “Tempi diVersi”.


Carlo Porta – Largo Augusto (il Verziere)

“Soo de giunta che, quand alla mattina

me toccava de andà a tend in Verzee

alla banca del pess della medina,

ogni bott che passass on perrucchee

o quajghedun con bianca la marsina,85

me sentiva a rugà fina in di pee:

me andava insemma i onz della stadera

e el coeur l’andava a vella e el coo a stondera.”

(Estratto da “La Ninetta del Verzee” - 1814)

Carlo Porta ha raccontato, partendo dal basso, la vita vera e vibrante del popolo milanese nelle tumultuose transizioni politiche e culturali del primo '800, con occhio ironico e scanzonato. La voce narrante del poema in dialetto è un'ortolana del Verziere, caduta in disgrazia dopo essere stata sedotta e abbandonata dal figlio di un pasticcere. II Verziere, in Largo Augusto, era il mercato alimentare all’aperto della città, ed è lì che si può vedere il monumento al più grande poeta dialettale italiano, nell'anno del centenario della sua morte.

Alessandro Manzoni – Casa Manzoni

"Renzo, [...] vide quella gran macchina del Duomo sola sul piano, come se, non di mezzo a una città ma sorgesse in un deserto; e si fermò su due piedi, dimenticando tutti i suoi guai, a contemplare anche da lontano quell’ottava meraviglia di cui aveva tanto sentito parlare fin da bambino"

(Estratto da “I Promessi Sposi” )

Alessandro Manzoni è uno dei milanesi più illustri e conosciuti di sempre. La sua scrittura è una delle più studiate nelle scuole di ogni ordine e grado (anche se è forse per questo che in tanti lo riscoprono più avanti nel tempo e con l’età) e le sue descrizioni di Milano, di alcuni personaggi e luoghi resta nel cuore di tutti. La sua casa è la sede del Centro Studi Manzoniani, ospita una biblioteca e un museo.

Alda Merini – Ponte Alda Merini

Per Milano

Non è che dalle cuspidi amorose

crescano i mutamenti della carne,

Milano benedetta

Donna altera e sanguigna

con due mammelle amorose

pronte a sfamare i popoli del mondo,

Milano dagli irti colli

che ha veduto qui

crescere il mio amore

che ora è defunto.

Milano dai vorticosi pensieri

dove le mille allegrie

muoiono piangenti sul Naviglio.

Alda Merini è stata una delle voci più sensibili e profonde del ‘900. Nata il primo giorno di primavera, che è poi diventata anche la Giornata Internazionale della Poesia, i suoi componimenti continuano ad emozionare e far riflettere generazioni di lettori. La sua casa sui navigli è diventata un museo e un centro culturale. Le è stato intitolato un ponte, da cui ammirare il sole che tramonta sull’acqua con il proprio significant other.

Parini – Cordusio

"Or dunque è tempo che il più fido servo

e il più accorto tra i tuoi mandi al palagio

di lei chiedendo se tranquilli sonni

dormìo la notte, e se d’imagin liete

le fu Mòrfeo cortese. È ver che ieri

sera tu l’ammirasti in viso tinta

di freschissime rose; e più che mai

vivace e lieta uscìo teco del cocchio,

e la vigile tua mano per vezzo

ricusò sorridendo allor che l’ampie

scale salì del maritale albergo:

ma ciò non basti ad acquetarti, e mai

non obliar sì giusti ufici. Ahi quanti

Genj malvagi tra ’l notturno orrore

godono uscire ed empier di perigli

la placida quïete de’ mortali! "

(estratto da “Il Giorno” - 1763)

Parini è stato uno dei più importanti esponenti dell’illuminismo italiano e un grande poeta. Il monumento a lui dedicato torreggia in piazza Cordusio.

Franco Loi – Casoretto

“[…] aria de Casurett, scür trani siún,

uh sí, ve tucchi, sí, ve parlaría,

ma quanti vus, quanti respir al vent!

e ’sta manfrina de la fantasia

che per la piassa dansa sciabelent […]”

(Estratto da “II” - Stròlegh 1975)

Franco Loi ha dato voce al proletariato oppresso e sfruttato, dipingendo quadri a tinte forti con la sua lingua ricca sia di arcaismi che di neologismi. Riguardo al suo uso del dialetto, scrive “Un milanese parlato a Milano negli anni cinquanta, quando per le immigrazioni, per i precisi cambiamenti di ordine sociale, la lingua non aveva più un suo tessuto fermo, chiuso, ma era completamente aperta, il milanese, in quel momento era una vera e propria lingua, culturalmente aperta a tutte le esperienze”.

Gianni Rodari – Duomo 

"Milano, Milanone,

tu somigli al tuo panettone,

un po’ scura di fuori,

così buona di dentro:

e giri tutta intorno al Duomo

che sta in centro."

Gianni Rodari è uno degli autori più conosciuti e amati di sempre. Celebrato nel 2020 per il suo centenario, nella semplicità delle sue filastrocche e delle sue storie ci siamo specchiati tutti in profondità, con un sorriso o con nostalgia dell’infanzia. La sua descrizione di Milano come un grandissimo panettone, con il Duomo come cuore geografico e simbolico, di una città solo apparentemente austera, ma in realtà morbida e davvero “buona”, è davvero perfetta.

Umberto Saba – Piazza Duomo

“Fra le tue pietre e le tue nebbie faccio

villeggiatura. Mi riposo in Piazza

del Duomo. Invece di stelle

ogni sera si accendono parole.



Nulla riposa della vita come

la vita.”

(da “Parole” - 1934)

Il poeta triestino Umberto Saba, con il suo stile semplice, diretto e chiaro, è ancora attualissimo. Ha vissuto a Milano gli anni del secondo dopoguerra, collaborando con il Corriere della Sera. La sua descrizione di un momento di vita in piazza Duomo è perfetta per il periodo che stiamo vivendo e ci ricorda quanto sia bella la piazza brulicante di vita e suoni.

Vedi anche

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